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"...stilisticamente la band non si rifà a nessun gruppo in particolare e la musica si presenta nella forma di un heavy/power melodico...

...non abbiamo di fronte una copia degli Hammerfall ma piuttosto un gruppo che,nel suo piccolo,ha sviluppato un certo quantum d'identità..."

 

 CONTESTUALIZZAZIONE
Nascono a Lodi, nell'ormai lontano ottobre del 1995, i Sintonia Distorta, formazione heavy metal che ruota attorno alle figure del bassista Fabio Tavazzi e del cantante Simone Pesatori, all'epoca meno che ventenni; i primi vagiti sono chiaramente dedicati ad alcune band allora molto in voga,

e così i Sintonia Distorta si dedicano a coverizzare i Metallica, i Timoria, gli Offspring e via dicendo; come spesso accade agli emergenti, ad un certo punto si avverte la necessità di creare qualcosa di nuovo e così, nel 1999, viene messo al mondo il primo demo, ... E fuori Pioveva Ancora, seguito da un disco di inediti realizzato l'anno successivo ed intitolato Spazi Sconfinati. La band, tra cambi di genere, piccoli scombussolamenti in line-up ed un breve periodo di pausa, incide altri due demo (di cui uno mai ufficialmente, né ufficiosamente, pubblicato) per arrivare, nel 2011, a dar vita a questo secondo disco, composto da altri sei inediti ed intitolato Anthemyiees. Vediamo dunque di capire di che si tratta, iniziando la recensione parlando delle...

CRITICITA'
Già, le criticità, ossia i punti deboli di questo lavoro. Anthemyiees è stato realizzato in modo molto amatoriale, a partire dall'artwork, chiaramente fatto in casa e non realizzato da un professionista del settore. Al di là dell'estetica del packaging, aspetto importante ai fini della comunicazione ma assolutamente superfluo quando si tratta di valutare la bontà dell'operato di una band che non fa della musica una professione, un'altra pecca -stavolta più grave- è da rinvenire nel modo in cui i brani sono stati registrati: detto francamente, la scarsa qualità dell'audio comporta non solo maggiori difficoltà a risvegliare l'interesse del freddo ascoltatore di turno, ma fa anche pensare che gli autori del disco non fossero realmente intenzionati a realizzare un CD che suona veramente bene, conferendo ai propri sforzi l'importanza che essi meritano. Si consideri inoltre che, in alcuni punti, l'esecuzione presenta delle falle tecniche, soprattutto avendo riguardo alle parti vocali.

PUNTI DI FORZA
Ad onor del vero, i Sintonia Distorta esauriscono gran parte dei loro limiti nel sopracitato amatorialismo con cui sono stati trattati artwork e suoni; quanto al primo, non posso fare a meno di notare che il soggetto della copertina di Anthemyiees è una fenice (azzurra), simbolo di resurrezione, di vita eterna, di energia: pensando a quanto scritto nel primo paragrafo di questa recensione, il tutto assume un significato che va oltre i limiti tecnici di realizzazione... insomma, l'idea è buona, ed anche se non ho colto il messaggio che la band (eventualmente) voleva mandare, l'importante è che l'artwork sia stato comunicativo, perchè il senso dell'arte è esattamente quello di stabilire una connessione parlante tra l'artista ed il suo spettatore. Per ciò che riguarda la tracklist, abbiamo sei brani per un running time totale di circa 40 minuti: stilisticamente la band non si rifà a nessun gruppo in particolare, e la musica si presenta nella forma di un heavy/power melodico, ragionato, non troppo veloce ed atto a permettere alla voce di Simone di esprimersi bene in Lingua italiana. Tanto per intendersi non abbiamo di fronte una copia degli Hammerfall ma piuttosto un gruppo che, nel suo piccolo, ha sviluppato un certo quantum di identità. Ulteriore punto di forza è costituito dalla presenza quasi prevalente di brani cantati in Italiano, un aspetto che certamente potrà incuriosire più di qualcuno, essendo la maggioranza delle metal band anglòfone.

RIASSUMENDO
Al di là di quanto già constatato, ci sarebbero due o tre cosette da migliorare. Della produzione "informale" abbiamo già discusso, delle qualità della band anche, eppure qualcosa manca: ad esempio la presenza di elementi musicali veramente distintivi, come i chorus emozionanti ed epici che generalmente sono inseriti nei contesti dell'heavy e del power (e che qui invece latitano), come un approccio ritmico un pò più elaborato, che non sappia di già sentito come invece qui avviene quasi sempre, come il "sense of wonder" che dovrebbe rievocare ogni band che cerchi di installare nel proprio sound elementi tratti dal progressive. Se non erro i Sintonia Distorta stanno attualmente lavorando alla stesura dei brani che andranno a comporre il nuovo CD: mi auguro che la buona strada intrapresa con questo comeback sia battuta, asfaltata ed abbellita da un lavoro coraggioso, importante e preciso di arrangiamento, esecuzione e registrazione. Non lasciatevi confondere dal voto: esso tiene conto dei problemi della produzione, del conseguente basso grado di longevità del disco e di alcune scelte poco convincenti in fatto di arrangiamenti, ma se alla base ci fosse stato un approccio diverso il risultato sarebbe stato quasi certamente altro. E' per questi motivi che aspetto di ascoltare del nuovo materiale firmato Sintonia Distorta... forza ragazzi, ho piena fiducia in voi!