Mondo Metal

 

 "...I sei brani dimostrano una ben evidente omogeinità stilistica,il che significa che in questi anni i Sintonia Distorta sono riusciti a personalizzare la propria proposta...

...possiamo inquadrarle in un heavy/power metal che non esita a venarsi di influenze provenienti dal nostro ottimo panorama prog rock degli anni '70,soprattutto per quanto riguarda certe sonorità e soluzioni adottate dalle tastiere."

 

 Si formano nel 1995 i Sintonia Distorta, passando attraverso vari cambi di line-up, nonché di generi proposti, un periodo di stop, e diverse release (tra demo ufficiali e non) autoprodotte. Si arriva quindi al 2011 in cui viene rilasciato, sempre come autoproduzione, quest'ultimo EP intitolato "Anthemyiees".



I sei brani presenti dimostrano una ben evidente omogeneità stilistica, il che significa che in questi anni i Sintonia Distorta sono riusciti a personalizzare la propria proposta e il proprio sound, definendo caratteristiche che, proseguendo con future pubblicazioni, porteranno l'ascoltatore a riconoscere la band al primo ascolto. In primis la scelta di cantare in lingua madre, scelta che solitamente approvo pienamente ma che può essere causa o di colossali disastri o di un enorme valore aggiunto. In questo caso, fortunatamente, i Nostri si dimostrano attenti nella scrittura delle liriche, rendendone piacevole l'ascolto.
Tornando alle tracce presenti, possiamo inquadrarle in un heavy/power metal che non esita a venarsi di influenze provenienti dal nostro ottimo panorama prog rock degli anni '70, soprattutto per quanto riguarda certe sonorità e soluzioni adottate dalle tastiere. Un genere quindi che, per definizione, deve trasmettere energia, scariche di adrenalina direttamente al cuore, atmosfere maestose ed epiche. Purtroppo a questo punto giunge la carenza più evidente che "Anthemyiees" presenta, ovvero la mancanza di una qualità di produzione e registrazione che consenta di percepire la suddetta potenza; non si riesce ad apprezzare appieno il piacevole lavoro delle chitarre, che spesso si perdono confondendosi con gli altri strumenti, oppure il comparto ritmico, che perde un po' del suo coinvolgente incedere, o la stessa voce, che spesso non è contornata da un'adeguata maestosità sonora. Ed è un vero peccato, perché dopo il primo ascolto, in cui si avvisa forte questa sorta di impasto sonoro, si percepisce chiaramente una bella e accattivante energia che non chiede altro che esplodere. Già nella titletrack la si avverte, con le tastiere che danno un bel carico di epicità e un ritmo che coinvolge.
Grande fascino si ravvisa anche ne "Il Vento dei Pensieri", melodica e ricca di pathos, mentre "Il Canto della Fenice" incede grintosa, contenendo una vena più consistente di prog, e presentando un refrain molto coinvolgente e anthemico.
Le successive "Miraggi d'Amore" e "No Need a Show" ci cullano con la loro malinconia, mentre "Pioggia di Vetro" ripreme sull'acceleratore.

Dopo diversi ascolti mi dà ancora più fastidio che non si sia dato un minimo di peso alla fase di registrazione, non dico chissà quali megalitiche produzioni, ma proprio quel pizzico di cura che avrebbe donato a questo lavoro una veste completamente diversa! Il primo ascolto in alcuni casi determina la gratificazione o meno delle proprie fatiche, e questo per me è uno di quei casi; io non mi sono fermato al primo impatto e ho così scoperto sei tracce piacevoli e dal buon potenziale, ma quanti tra coloro che si avvicinano per la prima volta al gruppo sarebbero disposti a concedere un secondo play?
Visto che è in lavorazione un nuovo cd, invito i Sintonia Distorta a valorizzare la propria musica come merita, in modo che scarichi per bene tutta la potenza che racchiude sull'ascoltatore.